Claudio

Avete presente quando, dopo tanti sforzi e fatiche, si comincia a pensare di essere arrivati a un buon punto del proprio percorso e, per così dire, a capirci davvero qualcosa? Magari anche con un certo compiacimento e soddisfazione? Insomma, finalmente siamo sulla strada giusta! Se la risposta è sì, si può anche immaginare cosa si prova quando, d’un tratto, qualcosa o qualcuno ti fa crollare tutto quello che avevi pazientemente costruito come un castello di carte. E ti poni nuove domande e nuove questioni che prima non esistevano.
Veniamo ai fatti. Dopo tanti tentativi teorici e pratici, studi e ricerche personali, esperienze nel campo della gestione, della relazione e dell’equitazione, cominciavo ad essere soddisfatto del mio percorso con i cavalli e con gli allievi. Gestione naturale, studio dei bisogni e dei comportamenti dei cavalli, attenzione per l’individuo cavallo (e l’individuo allievo), un’equitazione consapevole e un bagaglio di tecniche ed esperienze che possono sempre tornare utili. Per carità c’erano, ci sono, ancora compromessi, piccoli punti oscuri, dubbi mai veramente risolti… ma nel complesso i risultati sembravano piuttosto buoni.
Poi mi è capitato di vedere uno sconosciuto signore in un video e mi sono sentito il primo degli ignoranti. Il video in questione lo si può rintracciare qui https://www.youtube.com/watch?v=JvQHZzys4BE , il signore si chiama Chuck Mintzlaff ed è con lui che parleremo in questo doppio articolo per cavallo2000.
Obiettivamente l’impatto che si ha con Chuck sui social non è eclatante, per usare un eufemismo: i suoi video sono mossi e, spero non se ne abbia a male, di pessima qualità, nessuna “immagine” costruita ad hoc, dietro nessun esperto di marketing. Nel mondo dei social in cui è già difficile discernere la forma dal contenuto, le parole dai fatti e in cui anche il più improvvisato degli horsemen non ha un capello fuori posto è già un fatto strano. Ma il messaggio che arriva dai suoi video traballanti, almeno per chi conosce e riconosce un minimo la spontaneità e il modo di esprimersi dei cavalli, colpisce diritto al cuore.
È stato proprio il messaggio rivelatore di questo video che mi ha stimolato a verificare, studiare, approfondire e a fare la sua conoscenza. Ho già menzionato Chuck Mintzlaff nella serie di articoli dedicati all’amicizia equina pubblicati in questa stessa sede. Poiché più ho letto e parlato con lui e più mi è venuta voglia di approfondire, gli ho chiesto il permesso di poterlo intervistare e lui si è gentilmente concesso. Per motivi ovvi di spazio non sarà possibile riportare qui tutto quello di cui abbiamo discusso ma dovrebbe essere sufficiente anche per il lettore per poter intuire quanto diverso, affascinante e unico sia il metodo (anche se chiamarlo metodo è quanto mai riduttivo) e stimolare a ulteriori riflessioni e un diverso modo di agire.
Articolo 2.
D. 1. Ho già detto che quello che all’inizio mi ha colpito e spinto ad approfondire la ricerca è stata la visione del tuo video Roundpenning a Stallion (Lavoro nel tondino con uno stallone, titolo dal tono decisamente ironico e scanzonato). Questo video, così come altri, all’inizio recita: “nessuna frusta o frustino, collare, corda, stick, premi in cibo, clicker o altri tipi di strumenti sono stati utilizzati nella preparazione e realizzazione di questo video”. Come è possibile raggiungere tali risultati senza passare dai sistemi di addestramento tradizionali? Del resto le performances di cavalli in libertà normalmente si raggiunge attraverso un cambiamento progressivo…

D. Purtroppo sappiamo quanti cavalli “difficili”, isolati dai propri simili, abusati e traumatizzati dalle scellerate pratiche umane (o da ignoranza) ci sono e che devono essere recuperati; spesso questi cavalli non riescono più a comportarsi in modo naturale, neppure con altri cavalli. So che FT svolge un ruolo molto importante al riguardo, il tipo di approccio in questi casi cambia?

D. Ho visto più volte nei tuoi video che i cavalli mantengono un atteggiamento e un modo di esprimersi del tutto naturale e, soprattutto Combustion, lo stallone, sprigiona una gran bella energia. Eppure sembra che tu non pensi neanche lontanamente che possano farti male, magari involontariamente o giocando come fanno tra di loro…
Q. Insomma, Chuck, perché mai un cavallo in libertà, che non ha restizioni e che ha lapossibilità di andarsene da noi, perché mai dovrebbe preferire starsene al nostro fianco ed essere così sollecito ad esaudire una richiesta quando potrebberomangiare l’erba? Inoltre sono solleciti, volenterosi, godono della tua compagnia di amico, anche senza l’aiuto del cibo! È strabiliante.

Q. Chi segue il tuo programma FT? Insomma, è davvero qualcosa di fattibile anche per noi “comuni mortali”?
Q. Leggendo articoli e le informazioni presenti sul sito web si capisce la grande attenzione che si pone verso gli studi scientifici ed etologici nell’ottica di un miglioramento della conoscenza fisica, mentale ed emozionale del cavallo. Dall’alimentazione alla pratica barefoot, dal controllo dei parassiti ad aspetti più tecnici dell’equitazione. Il tuo sito è davvero una grande fonte di informazioni a 360°. Ma mi è sembrato che ci sia anche posto per una dimensione spirituale… Credi che ci sia posto anche per una dimensione più spirituale (forse differente per ciascuno di noi) nella relazione che possiamo raggiungere con il cavallo?